Lago

C’era una volta un lago…

Il sito del Colosseo è, in effetti, una depressione tra i colli di Roma: il Palatino a sud-est, la Velia ad ovest, le ultime propaggini dell’Esquilino (oggi un parco detto anche Colle Oppio) a nord e il colle Celio ad est. La Velia, peraltro, è scomparsa: negli anni trenta la collina, che in realtà era una sella tra il Colle Oppio e il Palatino, fu rasa al suolo per tracciare Via dei Fori Imperiali, la strada che collega Piazza Venezia al Colosseo attraversando i Fori della città antica. Fu Mussolini a volere la vista del Colosseo dal suo famoso balcone di Piazza Venezia, e così la Velia scomparve.

Il sito di Roma con i primi abitanti

Nella valle si raccoglievano acque piovane e di fonte, che creavano una palude o un laghetto a seconda delle stagioni. Il laghetto era alimentato dalle acque del Rio Labicano, un corso d’acqua che scorreva lungo la valle Labicana, più o meno al posto dell’odierna Via Labicana. Questi corsi d’acqua sono stati incanalati e sotterrati, ed una di queste canalizzazioni è oggi visibile nei sotterranei della Basilica di San Clemente, in Via di S. Giovanni in Laterano. Lì si può scendere sotto l’odierna chiesa per vedere i resti di una precedente basilica, e ancora più giù per arrivare al livello della Roma del II-III secolo, circa 8 metri sotto il livello odierno. Si può camminare nei vicoli dell’antica Roma, osservarne gli edifici, con anche un tempio mitraico, e scoprire il magico mormorio di un corso d’acqua limpida e fresca, incanalato in un condotto costruito nell’ 800 per drenare i sotterranei della Basilica.

I sette colli con le mura serviane

Comunque i Romani avevano bonificato la zona già dai tempi antichi ed avevano eliminato il lago indirizzando le acque in una fogna e poi nel Tevere ed in epoca repubblicana tutta la zona era ormai abitata, sino a quando arrivò Nerone, che per ingrandire la sua residenza, la Domus Aurea, finì per occupare un’area enorme all’interno della città. Molti, ricchi e poveri, vennero spossessati delle loro proprietà affinché Nerone potesse costruire una casa che egli definì “degna di un essere umano”. E’ difficile comprendere la grandiosità della Domus Aurea: vi erano così tanti edifici che – si dice – Nerone non riuscì mai a visitare tutte le stanze dei suoi palazzi.

La Domus Aurea

Le vecchie case furono distrutte ed il lago ripristinato, facendo parte di un enorme parco provvisto di ogni sorta di attrazioni, comprese case costruite intorno a lago a guisa di villaggi marinari. Nerone fece costruire nel suo palazzo anche una colossale statua di bronzo (alta 38 metri, opera di Zenodoro) che lo raffigurava. Il viso della statua fu poi modificato varie volte per raffigurare diversi imperatori, e finì per dare il nome al Colosseo, ma solo in tempi medievali.

Dopo la morte di Nerone (68 d.C.) e dopo un periodo di instabilità, Vespasiano arrivò al potere. Il nuovo imperatore inaugurò una nuova dinastia, quella dei Flavi ed intendeva guadagnare popolarità presso i cittadini romani, dimostrando che i giorni della tirannia e del dispotismo erano superati. Così venne costruito l’anfiteatro – un edificio pubblico donato dall’imperatore ai cittadini dell’Urbe – al posto del lago dei giardini di Nerone, come splendido simbolo del nuovo ordine politico.

La presunta posizione del Colosso

Il nome del Colosseo
I Romani chiamavano il Colosseo “Anfiteatro Flavio”, o “teatro di caccia”. Il  nome del Colosseo risale all’XI secolo, e la sua origine è incerta. La versione più accreditata è che discenda dal Colossus Neronis, la famosa statua di bronzo alta 38 metri.
Il Colossus fu in seguito dedicato al Dio Sole  da Vespasiano, dopo averne sostituito il volto, e poi prese le sembianze di diversi imperatori sino a quando Adriano lo fece spostare ancor più vicino all’anfiteatro per fare posto al nuovo tempio dedicato a Venere e Roma.
Lo spostamento della statua fu un’impresa titanica riportata dalle cronache, che narrano dell’impiego di 24 elefanti.
Il dibattito tra gli esperti sull’attribuzione del nome Colosseo è ancora aperto, poiché alcuni osservano che: 1) non vi sono prove sostanziali della presenza della statua vicino all’anfiteatro; 2) la denominazione dell’anfiteatro come Colosseo appare solo a partire dal XI secolo, quando la statua doveva essere ormai scomparsa da tempo.
Un’altra teoria sostiene che il nome potrebbe provenira da Collis Iseum, un colle nelle vicinanze dove vi era un tempio dedicato ad Iside. Non manca la spiegazione esoterica (che mi sembra molto audace): il nome potrebbe essere la corruzione di colis eum ? (lo veneri?), una domanda che si poneva agli iniziati nei riti satanici. Si narra che sino al Rinascimento il Colosseo fosse un sito dove si tenevano riti pagani e di magia nera.

Continua

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