Fondazioni

Questa immagine, molto esplicativa, è tratta da C.F. Giuliani, “L’edilizia nell’antichità”

Il sito fu profondamente trasformato
per la costruzione del Colosseo. Innanzitutto si dovettero realizzare delle poderose canalizzazioni per assicurare un adeguato smaltimento delle acque verso il Circo Massimo (molte di queste strutture fognarie sono andate perdute in occasione della costruzione della metropolitana). Una volta prosciugata la zona, si scavò sino a raggiungere il fondo argilloso del lago, e nell’argilla compatta si ricavò una corona ellittica larga 31 m, profonda 6 e del perimetro di 530 m. Questa colossale trincea venne riempita di cemento romano, ovvero malta di calce e pozzolana mista a pezzi di roccia basaltica. Si deposero strati successivi di malta e pietre, ben battute per compattare il tutto. Sembra che sul lato sudovest lo strato di argilla non fosse compatto come sugli altri lati, e forse questa è una ragione dei crolli che in occasione di terremoti hanno interessato quel settore anziché gli altri.

Il sistema fognario di Roma antica. La fogna F portava le acque dal Colosseo al tevere

Poi la fondazione si elevò anche in altezza per altri 6 metri, così che lo spessore di questa ciambella supera i 12 metri. All’esterno della fondazione si costruì un muro di mattoni largo 3 metri e profondo 6, ed un analogo muro si costruì all’interno, ricavandovi le 32 celle che si possono osservare tutt’intorno ai sotterranei dell’arena.

Le trivellazioni eseguite recentemente hanno anche permesso di dimostrare che l’ipotesi di Cozzo sull’esistenza di un quarto ordine sotterraneo di archi di travertino, simile a quelli superiori, è errata; la fondazione consiste solo di questa formidabile ciambella di calcestruzzo, e gli unici archi sotterranei, sul fondo dell’arena, sono quelli visibili in corrispondenza dei quattro assi principali.

Cliccate qui per una pagina sui sotterranei, la loro funzione e la visita che ora è possibile compiervi.

Un altro schema delle fondazioni (da Roma Sotterranea – Luciani)
La meta sudante prima che venisse demolita, negli anni ’30

Gli edifici circostanti (tra cui probabilmente molti degli edifici della Domus Aurea) furono abbattuti, e con questi materiali e terra di riporto si riempì la valle al livello che vediamo attualmente. L’unica cosa che sopravvisse della precedente sistemazione è – forse – la Meta Sudans, una fontana che era posta nel punto di incontro dei confini di quattro delle regioni serviane della città. La meta sudans fu distrutta nel 1936 perché – pare – impediva il passaggio trionfale delle parate fasciste sotto l’Arco di Costantino (a destra una bella, vecchia foto della Meta; per ulteriori informazioni vedete qui).

Le rilevazioni condotte hanno quindi permesso di accertare che il conglomerato di fondazione arriva, in alto, direttamente sotto il pavimento del piano terra. La fondazione si può osservare anche dal cosiddetto Passaggio di Commodo, una galleria coperta di stucchi scavata dopo il completamento del Colosseo. Il passaggio, che non è stato mai esplorato completamente, forse collegava l’uscita del Colosseo sull’asse minore, lato Celio, con qualche palazzo imperiale.

La pianta dei sotterranei

Nelle fondazioni e nel muro esterno, in corrispondenza degli assi, vi sono le quattro gallerie sotterranee di accesso, e – sotto di essi – i passaggi dei grandi collettori fognanti (1.30 x 1.80 m), realizzati con casseforme di legno durante la gettata della fondazione (alcuni resti delle armature, di legno di quercia non stagionata, vi sono stati recentemente rinvenuti, e sono stati datati – pensate un po’ – intorno all’anno 70). Altri grandi ambienti ipogei, necessari per i servizi e per la preparazione degli spettacoli, vennero ricavati in corrispondenza dell’asse maggiore.

Gallerie sotterranee di accesso collegavano l’anfiteatro con gli edifici circostanti: il passaggio sull’asse maggiore a N sotto la Porta Libitinaria raggiungeva il Ludus Magnus, la caserma dei gladiatori. Esplorato dai francesi per 83 metri, è stato tranciato dalla nuova fogna nel 19º secolo.
La galleria sul lato opposto raggiungeva il Summum Choragium, dove dai tempi di Vespasiano a quelli di Adriano venivano allestite le coreografie degli spettacoli. Quando lì fu edificato il grandioso tempio dedicato a Venere e a Roma, il Choragium fu spostato non distante, presso il tempio di Iside e Serapide, lungo l’odierna via Labicana. Anche questo tunnel fu tagliato nel 20º secolo per il passaggio della metropolitana; non mi risulta che gli altri passaggi siano mai stati esplorati.

Il corridoio centrale sotterraneo

Altre celle sotterranee vennero ricavate tutt’intorno al fondo dell’arena. Secondo Cozzo queste celle servivano per ospitare le fiere in occasione degli spettacoli. Gli stretti corridoi laterali alle entrate sull’asse maggiore (sempre secondo Cozzo) sarebbero serviti per il passaggio delle fiere, che avrebbero avuto un percorso obbligato, con un sistema di cancelli, sino alle gabbie. Inoltre, mantenendo gli animali sui lati, si sarebbero tenuti sgombri i corridoi centrali.

Per una pagina sulla visita ai sotterranei cliccate qui.

Continua

Scroll to Top